Il fascino d'antan del Cabernet Quaiare 1998

Il fascino d'antan del Cabernet Quaiare 1998

Acino Parlante

Notizie in ambito wine, anteprime e consigli, iscriviti alla newsletter

09/12/2010

Dalle parti di Cavaion Veronese si produce molto Bardolino. L'Azienda Agricola Le Fraghe, condotta da Matilde Poggi, ne è una delle principali rappresentanti. Ma qui ci sono terreni ideali anche per l'allevamento di vigne internazionali come Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Il Quaiare ormai da anni è uno dei bordolesi più interessanti della zona. Vigneti di più di vent'anni che producono al massimo 60 qli/ha di uva. Cordone speronato con una densità di 5000 ceppi per ettaro. Una viticoltura maniacale condotta da Matilde. Vignaiola verace dai modi gentili. Con il Quaiare da sempre ha cercato l'esaltazione del carattere del proprio territorio. Esuberante nella sua giovane età dove regala emozioni di complessità fruttate acerbe di mora e mirtillo con componenti ancora croccanti di ciliegia. Speziato delicatamente con un tannino netto ed elegante. Racconta di una terra che convive con le fresche brezze che salgono e scendono dal Lago di Garda, di terreni argillosi profondi e in alcuni settori ciottolosi rilasciati dall'antico letto del fiume Adige che ha plasmato la valle. 

Il Quaiare di Matilde racconta anche il carattere tosto di Matilde  e la sua grazia femminile. Un connubio che si esalta ancora di più con gli anni e che ho avuto la possibilità di sperimentare con l'annata 1998.

Si sa. Chi ama il vino deve saper pazientare. qualche volta aspettare proprio! Io ho atteso più di dieci anni per stappare questa bottiglia! Ma per provare certe emozioni vale la pena...rischiando anche di trovare certe volte delle delusioni.

Non è stato il caso di questo Quaiare! Ancora pulito al naso, con nette sensazioni di frutto nero evoluto e molta spezia. Una mineralità spiccata che con il tempo ha segnato più profondamente il vino lasciandolo caricarsi di note floreali di violetta appassita e grafite. Buona capacità evolutiva nel bicchiere senza mai cedere a cadute di stile. Al palato un tannino elegante e denso, rotondo e avvolgente. Un tocco di velluto. Ha perso tutta la sua arroganza giovanile il frutto che qui si dimostra più sobrio e austero. Domina la spezia anche dolce come il chiodo di garofano. L'equilibrio strutturale è ancora sostanziale. Non ha ceduto nemmeno troppo nel colore dove mantiene un riflesso ancora nettamente rubino intenso.

Dopo 12 anni di bottiglia riesce ad emozionare per la sua stabilità e la sua gentile fruttuosità!

Potevo rischiare un vino decaduto, se non deceduto...invece no! Anzi se ne avete una bottiglia lasciatela ancora riposare uno o due anni...insomma the show must go on!

Bernardo Pasquali

Le foto selezionate per voi